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Due chiacchiere con Chiara Pasini

Oggi facciamo due chiacchiere con Chiara Pasini, laureata in Fashion Design alla NABA di Milano, una donna creativa e dinamica che mi ha contattata su Instagram incuriosendomi molto.

Il suo progetto nasce da un’esperienza personale negativa, che è riuscita a trasformare in un bellissimo momento di rinascita e che può essere d’ ispirazione per moltissime donne.

Conosciamola meglio e scopriamo qualcosa di più del suo progetto.

Parlaci un po’ di te: chi sei? Cosa fai nella vita?

Sono Chiara, creativa, solare ed entusiasta della vita. Sono laureata in Fashion Design alla NABA di Milano e ho un Master in Fashion Trend Forecasting (Ricerca Tendenze) ottenuto al POLIMODA di Firenze.
Difficile definire quello che faccio, ho lavorato come Designer, illustratrice e Creative Content Creator.

Attualmente con la situazione Covid-19 purtroppo è difficile trovare un buon lavoro però partecipo a tanti progetti come consulente e ho contratti a chiamata; non sono una persona che si ferma facilmente.

Com’è nato e come si è sviluppato il tuo progetto?

Nel 2015 mia mamma si è ammalata di Tumore al seno.
Lei è una donna veramente forte, che non si è lasciata fermare da questo mostro che aveva in corpo; aveva un obiettivo ben preciso: guarire e tornare a vivere.

I miei genitori mi hanno insegnato molto nella vita ma con la malattia mia mamma mi ha fatto vedere che i momenti brutti capitano, i momenti che non vorremmo affrontare esistono ma che con la forza del sorriso, delle persone che veramente ci stanno accanto e che ci sostengono possiamo superare qualsiasi cosa.

Così ho deciso di portare quest’idea in sede di discussione di tesi di Laurea Triennale.
Con gli anni la mia visione é maturata e non volevo più creare qualcosa di unicamente materiale per aiutare chi, come mia madre, stava o aveva affrontato il percorso oncologico; il mio desiderio era quello di creare un punto d’incontro per il DOPO.

Una volta finito tutto, una volta “salve”, queste donne si ritrovano da sole ad affrontare la vita, con un corpo che non riconoscono, ancora senza capelli, con dubbi, paure e incertezze anche apparentemente semplici.

Il mio obiettivo è quello di creare un portale dove chi è uscito dal tunnel può trovare consigli per riprendere in mano la propria vita a 360°, rinascere e valorizzare la propria femminilità, eleganza e bellezza nonostante tutto.

Feeling Nova è la community di chi ha lottato per la propria vita e che ora vuole tornare ad amarsi, ad amare il corpo che ha tradito e che vuole aiutare anche le altre donne a farlo, insieme.

Come descriveresti il concetto di bellezza femminile?

Sono molto sensibile all’argomento: ogni giorno sento troppe persone criticarsi a vicenda,  sminuirsi perché troppo alti, troppo bassi, troppo magri, troppo grassi, troppo qualcosa, troppo tutto.
La società ci impone dei canoni di bellezza che purtroppo in questo momento sono diventati insostenibili e se non rientri in questi sei out.

La pressione è arrivata alle stelle e c’è aria di cambiamento già da qualche tempo.
Ci sono micro rivoluzioni per i filtri “Natural Beauty” su Instagram che ti cambiano i connotati a livelli disumani; micro rivolte sulle taglie nell’abbigliamento, perché devo rientrare in una S-M-L?

Chi l’ha deciso? Cosa significa? Micro rivoluzioni nelle taglie dei reggiseni: “Ti devi
accontentare di stampe/taglie/difetti/etc perché hai troppo/poco seno” ergo il problema sei tu.

Non fraintendetemi, è sano praticare sport, è sano mangiare bene, non è sano il TROPPO da nessuna parte se questo troppo diventa un’ossessione.

Noi dobbiamo amare il nostro corpo, il nostro viso, possiamo migliorarci certo ma lo dobbiamo fare per noi, per sentirci libere e non perchè qualcuno ci fa sentire sbagliati.

Noi siamo tutte belle perchè siamo tutte diverse e non ci dev’essere un ideale di perfezione da raggiungere se non quello che decidiamo noi partendo dalla nostra salute, dalla nostra libertà di pesare 2 – 3 kili in più o in meno e dal sentirci bene davanti allo specchio per noi stesse e per nessun altro.

Chiara Pasini

Qual è la chiave per riuscire a parlare di tumore al seno in maniera così delicata e positiva come riesci a fare tu?

Ti ringrazio ma non credo ci sia una chiave, è difficile perché ovviamente bisogna stare attenti a non urtare la sensibilità di nessuno e anche se fai attenzione involontariamente può succedere.

Però, essendoci passata anche se non in prima persona, vedo che la maggior parte delle persone che affrontano il percorso oncologico non si spaventa ad usare la parola Cancro, non si spaventa a guardare in faccia la malattia, certo ognuno poi lo affronta come crede, alcuni non ne parlano, altri invece lottano per far sì che diventi normale vedere persone per strada senza capelli, io desidero non nascondere la fatica ma evidenziare ciò che si può raccogliere di
positivo da questa esperienza.

È un percorso lungo e difficile, costellato da momenti di sconforto, ma la medicina ha fatto passi da gigante e se queste donne riescono a trovare il coraggio e la forza per affrontare tutto questo in maniera positiva la malattia non lascerà un vuoto ma una nuova vita, una rinascita, una nuova donna pronta a ricominciare come persona diversa e migliore.

Che rapporto hai con i reggiseni?

ah ah ah (risata isterica)

Ho passato anni ad avere crisi di pianto nei camerini dei negozi di costumi e intimo, ore e ore passate a provare centinaia di modelli, fare le prove salto per vedere se uscisse qualcosa da qualche parte, per poi accontentarmi del capo meno peggio di tutti.

Ho sempre avuto il seno molto abbondate e la vita molto stretta.
“Sono io sbagliata?”
“Odio il mio seno.”
“Perché devo indossare stampe da “vecchia”?”
“Va bene, mi rassegno a dover sempre assicurarmi che non mi escano.”

Poi la svolta, ho avuto la possibilità per lavoro di approfondire moltissimo a livello tecnico la storia del reggiseno, la struttura, il design e la produzione e da lì ho capito, attraverso uno strumento di magia nera, il metro da sarta, la mia vera taglia!

Ovviamente non è sempre tutto rose e fiore ancora oggi, ma sicuramente ho imparato ad amare il mio seno e a vestirlo, indosso solo reggiseni che valorizzano le mie curve e che quando mi guardo allo specchio mi fanno sentire sexy e sostenuta!

Di noi donne si dice sempre che non riusciamo a fare “gruppo”, aiutami a smentire questo luogo comune…

Da smentire assolutamente ma non totalmente. Purtroppo anche io mi sono ritrovata in situazioni (anche tra amiche) dove “mettere i piedi in testa” invece che darsi una mano fosse normale.

Per fortuna con Feeling Nova questo non sta accadendo.

Io sono una persona che ama fare gruppo, ritengo che ognuno sia bravo nel proprio campo e se si uniscono le forze si possa creare qualcosa di speciale e questo il mio progetto lo sta confermando!
Sto conoscendo tantissime donne stimolanti e interessanti, sto riuscendo a creare connessioni, sinergie e collaborazioni che mai avrei pensato.

Donne disponibili, sempre pronte a supportarmi e supportare questo progetto un po’ folle ma con il fine di aiutare altre donne. È una cosa che mi emoziona molto e che mi stupisce anche tanto.

Quindi per me, le donne che si possono chiamare con la D maiuscola non sono invidiose ma sono forti del gruppo e si aiutano a vicenda.

Feeling Nova

Le tue passioni più grandi?

La mia più grande passione è creare. Che si tratti di dipingere, creare uno shooting fotografico, il make up, manipolare i tessuti, qualsiasi cosa che mi permetta di sperimentare ed esprimermi.

Un’altra mia grande passione è il vintage e la ricerca delle tendenze; nella moda tutto torna e tutto si trasforma, mi piace studiare il mercato del momento per prevedere cosa indosseremo in futuro e come sono cambiati gli usi e i costumi del passato.

I viaggi. Non posso non includere i viaggi nelle mie passioni.
Il viaggio come esperienza; il viaggio come ricerca di se stessi, per ritrovarsi, per crescere, per scoprire.
Grazie ai miei genitori ho avuto l’opportunità di viaggiare tanto e questo mi ha permesso di avere una visione molto aperta su me stessa e sul mondo.

Parlando di costumi da bagno, preferisci i bikini o i costumi interi? Perché?

Direi bikini perché mi piace il mio corpo anche se è morbido e con un po’ di pancetta, mi sento bene quando sono un po’ abbronzata e il costume intero non mi permetterebbe di prendere il sole come vorrei.

Anche se, devo dire che mi ha sempre affascinato il costume intero e non lo scarterei a priori;  se è bello o con qualche dettaglio interessante lo userei maggiormente la sera come top dentro dei bei pantaloni palazzo!

Svelaci in anteprima i tuoi progetti per il futuro!

Ce ne sono veramente tanti, sia personali sia per Feeling Nova. Ma preferisco non fare troppi progetti a lungo termine, non sai mai cosa la vita ha in serbo per te, preferisco vivere il momento.

Quello che vi posso dire è che spero, entro la fine di questo “meraviglioso” 2020, di riuscire a dare la visibilità che merita a Feeling Nova e creare in collaborazione con piccoli brand di artigianato e Made in Italy prodotti studiati per le donne che vogliono rinascere.

Cosa ne pensate del progetto di Chiara?

A me è piaciuto moltissimo, per questo ho pensato di fartelo conoscere. Può essere di ispirazione per tantissime donne che vogliono ricominciare o semplicemente “fare squadra”.

Se vuoi seguire Chiara su Instagram la trovi qui oppure se vuoi visitare il suo blog vai su www.feelingnova.com.